Parla il padre nobile dell’architettura verde mondiale.

Ricorre in questi giorni il 25° anniversario del centro ACROS di Fukuoka (Giappone) progettato dall’architetto argentino Emilio Ambasz. Un edificio di 100.000mq in centro città che ha restituito alla comunità il terreno su cui sorge, dando vita alla prima grande opera architettonica in simbiosi con la natura, divenuta esempio e modello di ispirazione diffuso nel mondo.

Il poderoso edificio firmato da Emilio Ambasz – le cui immagini continuano a fare il giro del mondo – è frutto di una ricerca e una visione innovative iniziate quarant’anni fa. Un’intuizione che ha profondamente influenzato il mondo del progetto in ogni latitudine del pianeta, ispirando e aprendo la strada a una nuova architettura basata sulla convivenza tra architettura e natura.

Questa prodigiosa piramide è un’opera che ha fortemente suggestionato alcuni dei più noti nomi dell’architettura contemporanea, da Renzo Piano a Jean Nouvel, a Tadao Ando che a proposito dell’ACROS di Fuokuoka ha affermato: “Credo che non vi sia alcun precedente in cui la natura domini la creazione architettonica con tale potere e fascino […] Emilio Ambasz ci ha insegnato a vedere una dimensione in cui la natura e l’architettura sono inseparabili, un reame che va dalla natura creata da Dio a quella forgiata dall’uomo”.

Emilio Ambasz, profeta, poeta e pioniere della green architecture sin dagli anni Settanta, ancora oggi è un punto di riferimento per il suo pensiero innovativo, portatore di un patto di ricucitura tra natura e costruito. Fortissimo il legame con l’Italia, testimoniato da una grande attenzione editoriale, premi e riconoscimenti ottenuti, nonché dall’assegnazione, nel 2014, della “Stella al merito della Repubblica italiana” concessa dal presidente Giorgio Napolitano.

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